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"C'erano una volta cento aquiloni", esordisce l'Incipit e introduce una storia insolita fatta di cento storie: come le cento voci della poesia che premono e fremono dentro il poeta, o come i cento rami di un unico albero. Come i cento modi di volare che il vento suggerisce a questi aquiloni, ciascuno dotato di una personalità distinta e tutti membri di una Magnifica Comunità che ha regole proprie e accurate articolazioni interne. La metafora dell'aquilone che viene immaginato libero, svincolato da un filo che lo governi - consente così di esplorare la bellezza e il dolore del mondo, tendendo a quella completezza di esperienza a cui allude programmaticamente il numero-chiave del poemetto.